WHEN I WAS DEAD: la rinascita

SCENA CASTELLO

Esterno giorno

Ai giorni nostri: il castello è stato abbandonato ( meglio no esterni o usare esterni di un altro). Una specie di impiegato del comune, tipo geometra ( anche se è un teenager è lo stesso, tanto deve morire subito e tanto vale) entra nella sala della scena I: un piccolo gruppo di persone sta facendo dei sopralluoghi perché il castello deve essere demolito e al solito al suo posto nascerà un centro commerciale. I tizi del gruppo entrano anche loro nella sala , enorme, buia e spoglia: la loro attenzione è attirata dall’enorme telo che copre lo specchio. Il telo è di velluto nero e sembra avere resistito meglio del resto alle intemperie del tempo. Il piccolo gruppo sembra quasi ipnotizzato da questo gigantesco sudario nero che sembra sollevarsi agli angoli come mosso da un vento invisibile. Una finestra chiusa e coperta anch’essa da un velo bianco e lacero cade improvvisamente, gli scuri si aprono come divelti lasciando entrare la potente luce del pomeriggio: tutto il gruppo si volta di scatto verso la finestra che li investe con la sua luce e abbagliati chiudono per qualche istante gli occhi. Quando li riaprono a fatica e il loro sguardo torna verso lo specchio, scoprono che il pesante telo di velluto nero è scomparso e lo specchio perfettamente integro e levigato li riflette insieme al resto della sala immersa nella penombra. Il telo di velluto è scomparso ( non so quanto costa il velluto ma ha un qualcosa).

Nello stesso momento un prete sta celebrando un funerale nel piccolo cimitero del paese accanto al castello: la cripta dove sta per entrare per benedire il feretro sembra illuminarsi di una luce molto violenta ed inspiegabile. Quando entra la cripta è diventata una stanza bianca, vuota, gelida. Il prete inizia terrorizzato a guardarsi intorno a 360 gradi, ma anche la piccola porta di ingresso è sparita: al suo posto uno specchio che però non riflette la sua immagine.

SCENA IV

Il ritorno : castello & cimitero

Esterno giorno + esterno giorno

Esterno cimitero, campo lungo. La camera stringe su due piccole corone di fiori appoggiate sui cancelli dell’ingresso del cimitero: la scena è desolante, non c’è anima viva.Carrello dentro in soggettiva, oltre le porte, lentamente fin verso il centro

Realismo nell'horror underground

del cimitero verso un piccolo gruppo di vecchiette vestite di nero ferme in piedi davanti a una cappella sormontata da una gigantesca croce bianca di pietra, quasi completamente sgretolata dal tempo. Stacco sulla croce e ritorno sul gruppo in nero. In sottofondo le parole indistinte del prete, che si perdono in un’eco che le rende irriconoscibili.

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